006# – Dall’Uomo Siffredi al Mito Rocco

Se Mozart non avesse passato anni a consumarsi le dita sul pianoforte forse non sarebbe diventato Mozart.
Rocco si è semplicemente consumato qualcos’altro.

Basta avere 24 cm di talento per essere Rocco Siffredi?

No. Aiuta, è una condizione necessaria ma non sufficiente.

Molte persone possiedono il suo tipo di talento, sia nel porno che nel mondo reale, per cui possiamo affermare tranquillamente che non sia la mazza a fare dell’uomo Siffredi il mito Rocco.

Piccola analisi: Rocco nasce nel 1964 e da sempre vuole fare l’attore porno. Ci riesce, è bravo, riesce a sostenere ritmi inumani e si dedica con tutto se stesso al lavoro. Sotto vari aspetti è riuscito a sdoganare il mondo del porno e la figura dell’attore hard grazie ad un atteggiamento ironico e da uomo della strada.

Che sia dunque l’umiltà, l’ironia e il duro lavoro il segreto del performer? Anche qui verrebbe da dire condizione necessaria ma non sufficiente, in quanto a decine si sono cimentati nella pornografia con atteggiamento utile e randa notevole venendo schiacciati dalla macchina del porno, un’industria alimentata dalla carne dei suoi impiegati. E’ Siffredi stesso a parlarne in varie occasioni.

L’ironia del suo ruolo viene utilizzata da numerose aziende (ved Black Roc Friday e la patatina) e da molti show (vedi e ascolta La Zanzara) oltre che dallo stesso artista.

Siffredi 24

E’ quindi la sua capacità imprenditoriale a renderlo quello che è? Esistono alcune personalità pari per talento, umiltà, ironia e capacità imprenditoriali nel porno, ad esempio John Stagliano.

Ma nessuno è come Rocco.

Tutti lo conoscono, molti lo invidiano, ma come dice sua moglie Rosa lui è l’ultimo samurai. Come mai?

La mia ipotesi sta nell’onesta accettazione del proprio fallimento.

Rocco Siffredi piace perché incarna l’impossibilità fisica di essere una persona realizzata professionalmente, emotivamente, sessualmente, fisicamente, economicamente e, ciononostante, di essere completamente felice e appagato.

Parla spesso dei suoi demoni, vedi il Documentario Rocco, e dell’impossibilità di lasciare il porno in quanto fin troppo simile ad una droga. Rocco rappresenta l’impossibilità per l’essere umano di trascendere i suoi limiti, inevitabilmente legati ad una natura e ad una fisiologia irrimediabilmente umana.

Tutti sperimentiamo irrimediabilmente la sofferenza legata al fallimento, che sia dovuta ai nostri insuccessi o che sia dovuta all’impossibilità eventuale nell’ottenere i risultati che ci siamo imposti. Rocco ha avuto tutto dalla vita e questo tutto non sarà mai abbastanza, sperimentando l’infelicità nonostante il successo.

Non l’invidia nei confronti delle sue doti fisiche né l’empatia che abbiamo provato nel sentirlo parlare di famiglia hanno cambiato l’impossibilità di essere qualcosa di diverso – forse migliore? Secondo quali canoni? – rispetto a quello che Rocco è e al quale si relaziona ogni giorno nell’intimità della sua vita.

Rocco ci insegna a gestire il fallimento con stile ed eleganza. Ci mostra che ad essere onesti con se stessi e con le persone amate si può vivere una vita interessante. La resa che traspare a volte dalle sue parole ci aiuta a realizzare quanto sia impossibile trascendere se stessi.

Rocco, un monumento all’autocoscienza e alla consapevolezza di sé, oltre che vittima della propria minchia: questo rende l’uomo Siffredi il mito Rocco.

 

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